ARES – Archeologia, Reenactment e Storia – è un'associazione storico-culturaleche si prefigge di studiare e ricostruire, attraverso differenti discipline, vari aspetti della vita quotidiana e della cultura materiale di diversi periodi storici; il suo unico ed esclusivo obiettivo è quello di salvaguardare la memoria storica e di valorizzare la Storia attraverso la ricerca e la divulgazione.
L'associazione venne fondata nel 2009 da archeologi professionisti, laureati in discipline umanistiche, ricostruttori e semplici appassionati, tutti provenienti da precedenti esperienze ricostruttive; essa vanta numerose e proficue collaborazioni, in ambito nazionale e internazionale, con Enti Territoriali e di Ricerca, Università (tra cui, un consolidato rapporto con il Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti di Siena) e diversi altri soggetti (tra i quali musei, il canale satellitare History Channel di Sky e la Historical Maritime Society di Londra). Dal 2013, è membro istituzionale di EXARC, strumento dell'ICOM per il coordinamento dei musei, open air museum, parchi archeologici e soggetti culturali.Per perseguire le finalità scientifiche, ARES utilizza la ricostruzione storica, l'archeologia sperimentale, la ricostruzione storica e la living history come strumenti di ricerca, tentando di contribuire allo sviluppo di una nuova disciplina, l'Archeologia Ricostruttiva, che, faticosamente, inizia a comparire nel panorama scientifico italiano. Gli strumenti metodologici utilizzati siraggruppano in due distinti ambiti: lo studio delle fonti, siano esse documentarie, materiali o iconografiche, e la riproduzione dei dati raccolti, per la realizzazione di oggetti, abiti, attività, gesti e contesti.
In quest'ultimo ambito, si inserisce la volontà di fare propri i metodi dell'archeologia sperimentale, quasi sempre utilizzati in ambiti di ricerca preistorici, ed estenderli allo studio di tutte le epoche storiche; documentare, quasi fossero momenti di un'indagine archeologica, i singoli passi necessari a realizzare un prodotto materiale partendo da un'idea, verificandone la validità attraverso puntuali confronti con dati storici e archeologici. L'associazione si è occupata, ponendo di volta in volta l'attenzione su periodi storici differenti, di alimentazione, di scrittura (dalla realizzazione di inchiostri alla rilegatura di manoscritti), metallurgia (lavorazione del ferro e, in misura minore, di altri metalli), tessitura (realizzazione di tessuti con il telaio, tintura, sartoria), cosmesi, e diversi altri aspetti culturali.
I progetti
Questa realtà si è proposta fin da subito come semplice contenitore, giuridicamente riconosciuto, in cui sviluppare differenti progetti di ricerca, diversi fra loro ma accomunati dai criteri scientifici dell'associazione.
Vocis Imago Romae
Vocis Imago Romae è un progetto di ricerca dedicato al I sec. d.C. (regni di Vespasiano e Tito, 69/81 d.C.). Esso si occupa della vita quotidiana e della cultura materiale attraverso la ricostruzione di un ambiente famigliare composto dal pater familias e da altre figure di minore rilevanza sociale (donne, schiavi e liberti) come pretesto per coinvolgere il pubblico nelle proprie attività e in conversazioni inerenti la storia romana. Le tematiche affrontate riguardano: alimentazione e la realizzazione di ricette della cucina romana, il mundus muliebris:(acconciature, cosmesi, profumi), cura corpo in generale ed igiene, la scrittura, il culto religioso privato, il gioco degli adulti e dei bambini.
Presenze Longobarde.
Il progetto Presenze Longobarde prende avvio nel 2012 per volontà di alcuni membri di ARES più strettamente legati, per formazione, all’approccio archeologico. Esso si pone come obiettivo la ricostruzione di un gruppo familiare aristocratico di prima età longobarda, attivo nel ducato di Torino tra la fine del VI e la prima metà del VII secolo d.C.. Le differenti tematiche di studio e ricerca - abbigliamento, alimentazione, artigianato - sono affrontate con gli strumenti metodologici e concettuali delle discipline archeologiche e sperimentali, con l’obiettivo di produrre informazione e contribuire, nel proprio piccolo, a dare dignità scientifica all’Archeologia Ricostruttiva.
Gonfalone del Bufalo
Il progetto è volto allo studio delle fanterie comunali della metà del XIII secolo. Esso ha permesso di ricostruire una venticinquina militare del Sesto di S.Piero a Scheraggio del Comune di Firenze, reparto che prese parte alla battaglia di Montaperti, il 4 settembre del 1260. Lo studio, effettuato attraverso l'analisi delle fonti scritte, materiali ed iconografiche, in particolare del Libro di Montaperti, ha permesso di ricostruire tutti gli aspetti materiali e culturali gravitanti attorno al fante comunale: il vestiario, l'equipaggiamento militare, l'armamento, le tecniche di combattimento, l'alimentazione, la vita quotidiana.
Il lavoro di ricerca e di ricostruzione è sempre in continua evoluzione, grazie all'impegno condotto da ciascuno dei partecipanti al progetto, e soprattutto grazie al costante confronto pratico durante le rievocazioni storiche. L'obiettivo è quello di ricostruire ogni singolo dettaglio di questa problematica, in maniera rigorosa, attenta e fedele, divulgando i nostri risultati allo scopo di partecipare, nel nostro piccolo, al dibattito storiografico.
Condotta di Vinciguerra
L’Ufficio della Condotta era l’organo del Comune di Siena preposto all’assoldamento e alla gestione dei gruppi mercenari (conestabilerie) a cui la città fece ricorso per i numerosi conflitti che infiammavano la Toscana del XIV secolo.
Il progetto, basato sulla documentazione contabile conservata presso l’Archivio di Stato di Siena, vuole ricostruire una conestabileria assoldata dal Comune di Siena tra il 1357 e il 1358, durante la guerra contro Perugia. In particolare, è stato possibile ricostruire un piccolo gruppo di armigeri alle dipendenze del capitano di ventura Vinciguerra di misser Guido: tale personaggio, probabilmente un italiano di nobili origini, era al comando di circa 40 fanti, e per diverso tempo operò al soldo di Siena nella zona di Talamone (GR).
25th Regiment of foot
Il progetto ricostruisce alcune figure del [[25th reggimento di fanteria]] dell'esercito inglese, glorioso corpo che prese parte, durante la Guerra dei Sette Anni, alle battaglie di Minden (1 agosto 1759), Warburg (31 luglio 1760), Kloster Kampen (15 ottobre 1760), Fellinghausen (15-16 luglio 1761) e Wilhelmstahl (24 giugno 1762).
Slops & Lobsters.
Il progetto ha come obiettivo la ricostruzione di una squadra da sbarco (landing party) della HMS Amphion, flagship della Flotta Adriatica della Royal Navy. Vengono affrontati i differenti aspetti della vita a bordo di una nave di Sua Maestà Britannica: la navigazione, la disciplina, l'alimentazione, la cura e l'igiene del corpo, il combattimento.
Info:
ARES-Archeologia, Reenactment e Storia
Via Strada 134/E, 53018 Sovicille (SI)
Tel. cell. 3486706280
E-mail: info@aresitaly.com
Url: http://www.aresitaly.com
Presidente: Yuri Godino.
DESCRIZIONE SITO ARCHEOLOGICO IN HOME PAGE
Denominazione: Castiglion Che Dio Sol Sa, o Castiglion Benzetti - Comune: Sovicille (SI).
Castiglion Che Dio Sol Sa è così chiamato a causa della sua posizione lontana da ogni insediamento, arroccato su di una rupe che domina i boschi della Val di Merse, a occidente di Siena; esso è chiamato così, o Castiglion Che Dio Non Sa, fin dal Bassomedioevo, quando probabilmente i mutati assetti insediativi del territorio lo pongono in posizione marginale rispetto al contado senese. Il castello è citato per la prima volta in un contratto notarile del 1211 in merito alla compravendita di una piazza del borgo di Montarrenti.
Nel Constituto di Siena del 1262, si ricorda una selva nella curie de Castellione Bençetti, mentre pochi anni dopo Siena invia una lettera agli abitanti dell’insediamento, lamentandosi del mancato invio di fanti presso l'Oste del Comune.
Il graduale abbandono del castello, e la sua parziale trasformazione in fattoria, poi abbandonata nel corso del XX secolo, hanno preservato le strutture del sito, rendendolo uno straordinario “fossile” architettonico.
Il castello si compone di un grosso dongione di 4 piani, che si affaccia su di un cortile quadrangolare delimitato da mura e strutture. Nell'angolo sudoccidentale è ancora visibile la chiesa di S.Andrea, al cui interno si conserva, in pessimo stato, un affresco databile probabilmente al XIV-XV secolo. L’angolo di nordovest è costituito da una robusta torre di forma quadrangolare, in origine forse più alta, che ospita, tutt’ora visibile, un forno utilizzato probabilmente per la cottura del pane. La struttura ingloba una cisterna per l'acqua piovana, ancora funzionante.
Nel mezzo fra la chiesa e la torre si apre il portale d’accesso con porta ad arco ribassato, ora chiuso da un cancello di ferro.
Lungo le pendici del versante occidentale si possono ancora vedere i resti di una seconda cinta muraria, contemporanea al periodo di maggior sviluppo del castello; attorno al maniero, nascoste dalla vegetazione del sottobosco, emergono murature relative al borgo collegato alla fortificazione, probabilmente pertinenti ad edifici con carattere abitativo.
Tra il 2010 e il 2012 l'associazione ARES si è fatta promotrice di un progetto di valorizzazione delle strutture del castello, al fine di salvaguardare gli spazi dall'incuria del tempo e dai sempre più frequenti atti vandalici. La difficoltà, tutta italiana, di sviluppare coerenti progetti culturali in collaborazione con le amministrazioni locali non ha permesso la prosecuzione dell'attività, abbandonando, di fatto, il sito all'oblio della Storia.