“Archeologia a Manduria tra passato e futuro”

MANDURIASui Messapi, la loro storia, i loro insediamenti, i loro costumi, la loro lingua, c’è ancora tanto da scoprire. Il Professore Francesco D’Andria, uno dei più eminenti archeologi del nostro Paese, che li studia da una vita, è ancora affascinato dall’aura di mistero che li avvolge. La stessa fascinazione che ha trasmesso venerdì scorso all’uditorio, nel corso della sua relazione (apparsa a tutti, ahimè, troppo breve), in occasione del convegno promosso da Archeoclub su “Archeologia: conoscere il passato per progettare il futuro”.
Conoscere il passato attraverso l’indagine archeologica è tutt’altro che facile, soprattutto in quei siti che siano stati abitati o comunque frequentati con continuità dall’uomo sin dalla preistoria: i suoi interventi si stratificano sulle precedenti emergenze, modificando, ricoprendo, cancellando, riutilizzando in contesti diversi ciò che resta delle epoche passate. È il caso appunto di Manduria, dove la parte più importante dell’abitato messapico è ancora occultata sotto le nostre case, strade e piazze. Di essa deboli tracce si rinvengono nel corso di scavi occasionali, per la costruzione di nuove case o per l’infrastrutturazione di ulteriori quartieri. Da questi frammenti, alla stregua di sagaci investigatori, archeologi ed esperti della Soprintendenza si impegnano a ricostruire l’antico organismo urbano nella sua consistenza fisica e antropica.
Ce ne hanno offerto un saggio due giovani archeologhe, le Dott.sse Caprino e Ancona, guidate dalla responsabile del territorio di Taranto e Leporano e dei comuni della provincia orientale, Dott.ssa Laura Masiello, funzionario archeologo della Nuova Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio culturale e Subacqueo. Oggi tuttavia sono disponibili altri strumenti che non siano lo scavo a mano, con cazzuola e pennello.
Il Dott. Scarrozzi, del C.N.R., ci ha mostrato come per mezzo di discipline e tecniche come la geotopografia, l’aerotopografia archeologica, il telerilevamento, sia possibile realizzare delle mappe digitali, che consentono di individuare anche ciò che è ancora interrato. Mappe che non hanno solo una funzione conoscitiva (di per sé già molto importante), ma che permettono di programmare ogni intervento, di carattere urbanistico o economico, sia pubblico che privato, sapendo in anticipo quali siano i siti da preservare. È quanto si è fatto ad Alezio, ad Ugento e in altri comuni del Salento, dove queste mappe sono confluite negli strumenti urbanistici.
Al Vicesindaco, nonché assessore alla cultura, Andrea Mariggiò, intervenuto per i saluti dell’Amministrazione, e partecipe di tutte le fasi del convegno, il compito di fare tesoro di questi suggerimenti.
Nei cuori e nelle menti di tutti i soci di Archeoclub si è accresciuta la speranza che, grazie alla collaborazione fra Università, C.N.R., Soprintendenza e Comune, si possa dare avvio ad una nuova stagione di studio e valorizzazione del grande patrimonio archeologico della nostra Manduria.

Anna Maria D'Andria

Riflessioni a margine del Convegno organizzato da Archeoclub in occasione delle Giornate Europee dell’Archeologia 2021.

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