Stipulata una Convenzione tra Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto e Archeoclub di Venezia per l'isola del Lazzaretto Vecchio.
Dopo il Lazzaretto Nuovo, ormai sede di molteplici attività e regolarmente aperta al pubblico, un'altra isola lagunare, il Lazzaretto Vecchio, viene affidata all’Archeoclub veneziano con compiti di custodia e manutenzione, ai fini anche di una sua fruizione pubblica.
Si costituisce così in Laguna un binomio di grande interesse storico-culturale e monumentale, con particolare riferimento alla Storia della Sanità.
Istituiti dalla Serenissima nel XV secolo i due Lazzaretti furono storicamente i primi esempi di strutture organizzate per fronteggiare l’emergenza sanitaria derivante dai commerci internazionali: con i prodotti d’Oriente e con le navi arrivavano a Venezia anche malattie terribili e incurabili, che dilagavano in vere e proprie epidemie. Finito l’uso sanitario nel 1800 e dopo l’uso militare moderno con conseguente dismissione, in anni recenti il Ministero Beni Culturali è intervenuto nella prospettiva di utilizzare l’isola del Lazzaretto Vecchio per una gestione e valorizzazione futura come centro studi ed espositivo dotato delle più moderne tecnologie, sulla storia e archeologia di Venezia e Laguna, secondo un progetto elaborato da Luigi Fozzati e da Francesca Zannovello. Sono stati realizzati importanti interventi alle strutture: dal restauro dei coperti, al rifacimento di fondazioni, rive e sponde, comprese le opere per difendere gli storici “tesoni” dall’alta marea. Inoltre sono state compiute nell’isola importanti indagini archeologiche, soprattutto paleo-antropologiche in alcune “fosse comuni” delle epidemie di peste.
Rimane però ancora molto da fare. Dopo alcuni anni dalla fine dei restauri strutturali, in attesa dei fondi per completare i lavori, l'isola, che ha una superficie di circa due ettari e mezzo, di cui 8.500 metri quadrati edificati, si trova ad essere nella congiuntura attuale priva di servizi e di collegamenti e in buona parte ricoperta da vegetazione infestante.
Grazie ad un gruppo di volontari, soci e simpatizzanti, l’Archeoclub di Venezia da qualche tempo sta lavorando per mettere l’isola in sicurezza, per il recupero e la bonifica di alcune aree, come l’area del chiostro e quella del priorado, e ormai si cominciano a vedere i primi incoraggianti risultati.
Già così com'è oggi, con i suoi grandi edifici storici, con le testimonianze pittoriche alle pareti, con i suoi pregevoli manufatti lapidei, tra i quali le due vere da pozzo dei sec. XV-XVI (una terza databile al 1300 è stata asportata intorno al 1975) e con la sua straordinaria posizione lagunare, posta di fronte a S.Marco e alle altre isole (per lo più abbandonate, come Poveglia, S.Spirito, Sacca Sessola, La Grazia) il sito è particolarmente suggestivo e meritevole di essere visitato. A partire dalla prossima primavera contiamo di poterlo aprire, su prenotazione, grazie anche al nuovo pontile d’accesso recentemente realizzato dal Magistrato alle Acque, in attesa dei collegamenti con i mezzi pubblici lagunari.
Gerolamo Fazzini, Presidente Archeoclub Venezia, Ispettore Onorario MiBACT
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