Sul cippo, a destra delle prime due lettere della cifra conservata, non c’è una lacuna, bensì una lunga e accurata erasione intenzionale di alcune lettere, testimonianza di una revisione antica, un collaudo, che portò alla correzione della cifra delle miglia, che è perciò sicura. La cifra scritta in precedenza era composta di più lettere e chiaramente inferiore (ad esempio CCXXXXV), perché altrimenti sarebbe stata lasciata la cifra L, che invece fu incisa ampiamente spaziata sopra la zona erasa.
Già questo solo dato puntuale è sufficiente per autorizzarci a tentare di ricostruire sul piano topografico una via Annia, che giungesse nel punto dove era stato collocato il miliare, ossia a Ponte Maodino, dopo un percorso di 250 miglia precise. Data la cifra così alta, non mi pare che possa esserci alcun dubbio che il punto di partenza della numerazione delle miglia debba essere cercato a Roma, secondo il noto adagio: omnes viae Romam perducunt.
Nel nostro caso non si tratta di una numerazione in continuazione della via Flaminia, benché questa fosse preesistente e fosse la più importante via romana diretta verso il settentrione. Non si trattava certo di un suo prolungamento, come era avvenuto per la via Emilia del 187 a.C. da Rimini a Piacenza e come sarà per la via Popilia del 132 a.C. da Rimini ad Adria ed oltre. Infatti nel nostro caso si richiederebbe una cifra assai superiore alle 250 miglia documentate dal miliare. Se sommiamo infatti alla lunghezza della via Flaminia, anche a voler prendere in considerazione la misura minima di 207 miglia, la tratta da Rimini a Ravenna, anche questa nel suo tracciato più breve, ossia 33 miglia, ed infine la tratta da Ravenna al punto di rinvenimento del miliare, che possiamo calcolare in almeno altre 30 miglia, otteniamo una lunghezza complessiva di almeno 270 miglia. Questa percorrenza stradale romana da Roma a Ponte Maodino è realmente esistita, ma - visto che risulta più lunga di almeno 20 miglia - non corrisponde evidentemente al tracciato al quale ci rimanda il miliare di Annio. A maggior ragione non possono essere prese in considerazione le altre alternative viarie note tra Roma e Ponte Maodino, come ad esempio - in prosecuzione della via Cassia - la via Faentina oppure la via Flaminia ‘minore’, che risultano assai più lunghe.
In conclusione, il nuovo miliare mi suggerisce di escludere un semplice prolungamento locale nell’ambito della Cisalpina e di mettere invece in relazione tra loro le varie vie Annie documentate a nord di Roma in punti disparati, dall’agro Falisco ad Aquileia, per cui sono state sempre considerate separatamente. In altri termini, se mettiamo insieme le testimonianze che ho già ricordato, possiamo postulare una via consolare, che nel 153 a.C.abbia individuato il percorso più breve per raggiungere da Roma direttamente Aquileia, la meta finale richiesta dalle contingenze storiche del momento, quando le campagne contro gli Istri avevano fatto di Aquileia la principale base logistica della Cisalpina, rendendo quindi indifferibile la costruzione della strada.
Da: Giovanni UGGERI, La nuova Via Annia da Roma ad Aquileia (153 a.C.), in "Rivista di Topografia Antica - XXII 2012" Magio Congedo Editore.